21 aprile 2012

12. PENTOLE E COPERCHI - Read & Think


   Capita a tutte le età. Ci piace fare "pasticci". Facciamo qualcosa di “proibito”, qualcosa di vietato, qualcosa di illegale (o semplicemente non permesso) o di inopportuno. E l’istinto cosa fa? Ci si mette di mezzo ad “aiutarci”, per istruirci su come coprire le tracce, su come nascondere le malefatte.

   Il bimbo (di antica memoria) che ruba la marmellata di nascosto, l’adolescente che guarda foto “proibite”, il lavoratore che si attribuisce meriti altrui, o l’adulto dalla doppia vita sentimentale: tutti esempi di trasgressioni che si vorrebbe nascondere.
   Seguendo i consigli di quella vocina che sentiamo dentro, ci diamo da fare per occultare, per coprire con un velo l’oggetto (l’azione) del nostro desiderio, perché ciò che è proibito ( si sa!) ha quel fascino particolare a cui nessuno pare sia disposto a rinunciare. Ecco allora che il bimbo ripulisce ben bene la cucina, ma lascia una traccia, un “baffo” di marmellata sulla bocca; l’adolescente (di un tempo) nasconde la rivista sotto il materasso, ma quando mamma rifà il letto la trova.
   Le cose si complicano quando sono gli adulti a trasgredire. A quanti è capitato, magari solo in una fase “particolare” della propria vita, di avere il cuore (e non solo quello) diviso tra due persone? Due che, ovviamente, non conoscono l’esistenza l’una dell'altra o, nel migliore dei casi, solo quella “ufficiale” non sa che c’è un’altra. Non è giusto, non è corretto, non è “moralmente accettabile”, ma succede.
   E allora, che si fa? Questa doppia vita, la gestione del partner ufficiale e di quello alternativo, è molto faticoso: perché non ci sono solo due persone (e il relativo segreto) da gestire, ma anche tutto il resto della vita. Ci si ritrova a fare i conti con la fretta, gli orari del lavoro, quelli della famiglia, magari anche quelli dei figli (con la scuola, lo sport, il pediatra…) e poi c’è l’amante.
   Il disagio organizzativo, a questo punto, diventa palpabile: ci si riduce a rubare ritagli di tempo , magari nel traffico cittadino (in ogni città c’è sempre traffico!), guidando l’auto cercando di non essere troppo distratti alla guida mentre si gestisce cancellazioni, chiamate ufficiali, messaggi segreti. Una mano al volante, una al cellulare, un occhio alla guida e l'altro sulle manovre inconsulte con il cellulare. Digitazioni veloci, con l'attenzione a non sbagliare. Allora che si fa? La tecnologia moderna ci viene incontro (come se non bastasse il supporto della nostra coscienza!) aiutandoci a non fare incrociare il partner ufficiale e l’altro/a: è sufficiente avere un secondo cellulare! Così non si rischia di ricevere chiamate (o messaggi) in momenti sbagliati, oppure che il bimbo di casa, curioso e ipertecnologico, veda (e riveli) cose che devono rimanere nascoste. Bene!
   Bene…? Mah, non ne sono sicura: in questo modo vedo a raddoppiare ansie e segreti. Perchè se sfugge un messaggio non cancellato nel telefonino di casa, è un guaio, ma se si viene beccato con il secondo cellulare ancora "pieno di vitali trasgressioni"...
   Forse ognuno deve “sentire” la propria vita e le proprie esigenze, andando avanti di conseguenza; forse non esiste una soluzione che vada bene per tutti e dire che sarebbe meglio “non farlo” diventerebbe la soluzione più ovvia ma anche banale.
   Il lato oscuro che è in ognuno di noi (che può variare dal grigio pallido al nero più profondo) è sempre esistito, non è una novità. Credo, però, che ogni adulto ne debba essere consapevole e sapere (ricordarsi!) che ogni azione (o trasgressione) deve prevedere la possibilità di essere scoperti, perchéil diavolo fa le pentole, ma non i coperchi!

Susanna 05.06.2010

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