3 marzo 2015

15. IL MIGLIORE



Quando si passa la cinquantina, può capitare di peccare di presunzione: credere di conoscere la vita e la complessità dell'animo umano. Cinquantatre anni passati in questo mondo non sono pochi e se badassimo il buon Dante, il "bel mezzo del cammin di nostra vita" sarebbe passato da un pezzo.
Mi capita spesso di intrattenermi con conoscenti, amici o colleghi in chiacchiere (più o meno serie) e cogliere il loro interesse per i miei pensieri e opinioni. Loro nel pieno della loro gioventù vedono nei miei oltre cinquant'anni quel bagaglio di esperienze da cui vogliono attingere. Esperienze, le mie, non sempre positive. Fatti e situazioni che negli anni mi hanno coinvolto e hanno lasciato il segno, talvolta una cicatrice, ma che sempre mi hanno insegnato a vivere e a crescere.

Ho acquisito esperienze che, nel bene e nel male, mi hanno fatto diventare la persona che sono e aiutato a gestire successive situazioni analoghe, quando si sono presentate.
Ultimamente ritenevo di aver raggiunto la tranquillità: non c'era situazione che non avessi già vissuto e affrontato o evento che mi turbasse.
Confesso: mi sentivo un po' vecchia...
Poi la svolta. Un turbinio di eventi imprevisti (e imprevedibili) mi ha scaraventata in una situazione a me sconosciuta. Sono rimasta basita nel toccare con mano una cattiveria umana diversa da quella a me già conosciuta. Sono rimasta spiazzata nel constatare che nella mia memoria nulla si avvicinava a ciò che stavo vivendo. Non mi ha ferito più di tanto (ho la scorza dura) ma mi ha sorpreso.
Oggi ho imparato che anche la cattiveria ha diverse sfaccettature.
C'è quella delle persone sciocche, quella degli arroganti, quella dei saccenti... Ma questa? Giuro, non son
o ancora riuscita a classificarla. Una cattiveria senza motivo, parole vomitate per il semplice gusto di ferire, critiche lanciate per colpire e non per costruire. All'inizio non riuscivo nemmeno ad attribuirla, a dare un confine certo a tutto il male. Ma poi il velo si è alzato e, ho compreso.
La cosa più importante per me non è stata la scoperta di questa nuova sfaccettatura di cattiveria, ma       accorgermi di avere vicino tante persone hanno fatto di tutto perchè io non mi sentissi sola. Mi hanno dimostrato affetto in un modo splendido, che mi ha commosso. Persone di cui conosco molto poco, di alcune nemmeno il nome, ma che si sono presentate a me con il cuore in mano, dimostrandomi pubblicamente il loro sostegno sconfessando il male.
Oggi ho imparato una grande lezione: anche il bene ha diverse sfaccettature e modi di rivelarsi, ma mentre la cattiveria viaggia da sola, il bene può riempire un palazzetto! 

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