22 maggio 2012

NARRARE E' UN DESTINO




Questo è il titolo di un libro scritto da Grazia Livi. Un libro tutto al femminile, dove l’autrice punta il riflettore su scrittrici famose come Virginia Wolf, Karen Blixen, Margherite Yourcenar e altre, raccontando la loro storia. Una storia di come donne comuni, con una dote particolare, siano potute entrare in un mondo “destinato agli uomini”, nonostante i condizionamenti esterni e la loro condizione di “inferiorità”.
Per una donna l’istruzione era un lusso, non necessaria per il suo destino di madre e moglie. Nessuno allora considerava possibile che in una donna ci potesse essere la Vocazione a Narrare, e che ci fosse un desiderio irrefrenabile a farlo. La passione di scrivere era vista come una perdita di tempo da accantonare per il bene familiare, se non addirittura da contrastare, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza.
Chi, nonostante tutto, riusciva a proporre il proprio lavoro ad un editore raramente era preso in considerazione, a meno che si presentasse sotto uno pseudonimo maschile.
I tempi sono cambiati, l’istruzione non è più una possibilità esclusivamente maschile, ma è anche cambiata la tendenza a considerare una donna esclusivamente come madre e moglie?
Quante, tra noi “scrittrici per hobby” si sentono invece “destinate a scrivere”?
Quante tra noi scrivono solo nei ritagli di tempo, strappati alla routine familiare, piene di sensi di colpa per non aver finito di stendere la biancheria o perché c’è ancora un mucchio di cose da stirare?
Quante, scrivendo, sentono alle proprie spalle la derisione dei familiari o (peggio!) la loro commiserazione per un passatempo così sciocco ed infantile?
Agli autori uomini, capita la stessa cosa?
In questo week end, complice un lungo viaggio in treno, ho riflettuto su tutto questo. In fondo, le cose non sono molto cambiate da cento anni a questa parte: per le donne dedicarsi alla scrittura è sempre un lusso.
Io non so se sono dotata di una vocazione per narrare, ma non voglio più che quello che faccio sia considerato un’infantile trastullo.
Mi piace scrivere e quando lo faccio il mondo attorno a me scompare. Studio per poterlo fare al meglio, non perdo di vista il mio gran sogno e se mai un giorno si scoprisse che il mio destino era narrare, vorrei succedesse quando ancora sono in vita.

4 commenti:

  1. "Mi piace scrivere e quando lo faccio il mondo attorno a me scompare"...
    Quanta verità in queste Tue parole e come può essere considerato semplice trastullo qualcosa che fai davvero bene?
    Anche a me piace molto scrivere e trovo che questo sia non un passatempo e neanche un'inclinazione, bensì un "atteggiamento di vita" con il quale attraverso l'analisi di sè e di tutto ciò che è intorno, si può arrivare alla comprensione piena della Vita stessa.
    Cara Susanna, continua pure a scrivere perchè è un piacere leggere ciò che viene da un Cuore sincero.
    Mary

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  2. Io sono ben felice che tu scriva e felice di averti incontrata per poter leggere tutto quanto scrivi.
    Così come lo è anche per la cara Mary che vedo con piacere ti ha già scritto.
    Hai visto i miei lavori e ti sono piaciuti.Ecco per me "delicare" equivale al tuo scrivere anche se in maniera totalmente diversa.
    Un abbraccio forte Susanna

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    1. Sì, fai dei lavori davvero belli. La tua è arte!

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