24 maggio 2012

MI RICORDO


I platani che scorrono ai lati della strada, il rombo sordo del motore dentro all’abitacolo, le rassicurazioni che ancora cinque minuti e ci fermiamo, immobile nel mio posto per non avvicinarmi troppo a uno o l’altro fratello chè fa caldo, statti più in là, le gambe nude in traspirazione che si attaccano al sedile in plastica, in similpelle, aveva dichiarato orgoglioso papà quando aveva portato a casa l’auto nuova, mentre i vicini con morbosa curiosità mista a invidia la osservavano in ogni centimetro: iniziava così la mia gita domenicale con l’auto di papà, una Millecento blu dagli interni marron, con destinazione Nevegal.

Il mio posto era in mezzo, sul sedile di dietro, con i miei fratelli ai fianchi. Ognuno dei due guardava fuori dal finestrino, dal suo lato. Io non potevo fare altro che guardare avanti perché girare la testa mi faceva perdere quell’equilibrio interno che mi aiutava a non vomitare.
Goccioline sul viso, mani e braccia appiccicaticce, ma non si potevano aprire i finestrini perché papà soffriva di cervicali e l’aria condizionata, allora, non esisteva.
Prima dell’ultima tirata si faceva una pausa in una stazione di servizio per sgranchire le gambe, fare pipì e prendere un po’ d’aria. L’odore della benzina misto a quello del caffè era una combinazione micidiale per il mio stomaco già provato, ma sapevo che un esame ben più duro lo avrebbe messo alla prova. Sullo sfondo già si vedeva la Cavalera, una strada tutta tornanti che non finiva mai.
Durante ogni gita in montagna, tutta la  famiglia era intenta a trovare una nuova tecnica per farmi passare indenne quel tratto di strada: chi suggeriva di cantare per distrarmi, chi proponeva dei cracker per bloccare i succhi gastrici, chi di farmi sedere davanti così le curve le avrei sentite di meno, chi il finestrino aperto per far passare un po’ di aria.
Io, immancabilmente, vomitavo!

8 commenti:

  1. Immancabilmente anche mio figlio grande!!!!!!
    L'unica maniera per non farlo star male era metterlo sul sedile davanti ma 38 anni fa non esistevano i seggiolini e le cinture per i bambini e allora dietro con me e l'altro più piccolo e ogni mezzora si dove fare tappa........
    Ecco leggerti mi ha riportato indietro nel tempo.
    Grazie di cuore
    Bacione

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    1. Infatti, mia mamma mi teneva davanti in braccio quando ero piccina, ma con gli anni non era più possibile. Quindi, si vomitava! Ancora adesso, quando vedo quella strada lo stomaco, si stringe.
      Baci

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  2. Anche questa volta ho rivissuto la Tua storia...
    Sai, soffrivo anch'io di mal d'auto, e sempre mi si ripeteva, non ci pensare... tu ci pensi, perciò vomiti!
    E le gambe appiccicaticce... le canzoncine divertenti... e il finestrino aperto, tutto tale e quale.
    Ah, dimenticavo.... per me c'erano pure i cartelli stradali da contare, anche quelli inutilmente, tanto vomitavo lo stesso.
    Comunque, che dire se non ancora... BRAVA!?
    Mary

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    1. No, quella dei cartelli stradali non c'era nei rimedi di famiglia ^_^.
      Grazie ancora.

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  3. Che strano ricordare le proprie sensazioni raccontate da un'altra persona....
    Grazie del bel ricordo ci voleva in questa giornata un pò così.

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    1. I ricordi, quelli belli o quelli brutti, ci fanno sentire vivi. A volte ricordare come si era aiuta in quello che saremo.
      Grazie Keiko.

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  4. Io penso che l'atto del vomito in sè sia ovviamente un pò disgustoso ma simbolicamente racchiude tutto il fascino di una efficace liberazione e senso di leggerezza, tanto da considerare il finale di questo racconto, a lieto fine, al contrario di quello che può sembrare! Piacevole Ricordo!

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    1. Sono felice del tuo commento, Liber(io). Sai perchè?
      Perchè sono riuscita nel "compito narrativo" di descrivere una situazione, una storia, lasciando al lettore la libertà di emozionarsi e immedesimarsi. Infatti la storia raccontata io l'ho vissuta in modo tutt'altro che piacevole e il vomito finale era un punto fermo, un sottolineare il mio disagio. Ma tu nel leggerlo hai vissuto una tua emozione diametralmente opposta alla mia e di questo ne sono felice. Il tuo commento, quindi è per me un bel voto come "scrittrice".
      Grazie.

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