6 luglio 2011

Tre mesi intensi

È incredibile: sono già passati tre mesi! Ogni nuovo giorno è carico di novità: alcune positive, altre un po’ meno. Sicuramente sto vivendo con intensità la vita nuova che mi è stata donata.
Il primo mese è stato caratterizzato dal timore: per ciò che stavo affrontando, per la nuova alimentazione prevalentemente liquida o semiliquida (pappine e omogeneizzati), per la terapia medica che dovevo seguire (pastiglie di gastroprotettore e iniezioni antitrombo). Tutte cose nuove per me, da affrontare con serietà e precisione per non rischiare. Non avevo la consapevolezza di cosa esattamente dovevo temere, ma non volevo rischiare di sbagliare qualcosa e mi sono trasformata nell’amorevole mamma di me stessa. E il primo mese si è portato via otto chili.

Il secondo mese è stato quello dell’euforia: ho iniziato a mangiare qualcosa di solido, ho smesso la terapia farmacologica, ho fatto anche una breve gita di qualche giorno in cui ho goduto della ritrovata compagnia di amici (anche a tavola). Il secondo mese si è portato via sei chili.

Il terzo mese è stato quello dell’ansia: passato il timore e ancora sotto l’onda di euforia per i traguardi raggiunti, ho iniziato ad allargare la rosa degli alimenti da poter mangiare, ma… lo stomaco che, fino adesso si è comportato egregiamente, ha iniziato a darmi un po’ di disturbo. Una fastidiosa pesantezza alla bocca dello stomaco mi accompagna per buona parte della giornata e, nonostante una prudenziale regressione sulla qualità del cibo ingerito, non accenna a diminuire. Ho ricominciato, allora, con qualche pappina e omogeneizzato, soprattutto la sera, sperando di lenire quella pesantezza che si sta pian piano trasformando in bruciore e, talvolta, in vera morsa di dolore.

Che mi succede? L’ansia mi attanaglia e questo, certamente, non aiuta a stare meglio. Ho iniziato a eliminare quei cibi che, a mio sentire, mi risultano maggiormente indigesti e nella colazione ho sostituito il bicchiere di latte e orzo, prima con latte “ad alta digeribilità” e poi l’ho eliminato del tutto a favore dell’acqua. Ma niente. Il bruciore non scompare. Ho paura di aver mangiato qualcosa di “guasto” e aver preso magari un’infezione, ma la situazione è quanto meno irreale: non mangio nulla di crudo o magari non fresco, quindi non può essere. Forse è a causa del lavoro: in questo periodo molti colleghi iniziano le ferie estive e, immancabilmente, il lavoro si fa più pesante per chi resta e, quindi, stressante.
Mi capita di tornare a casa molto stanca e forse non pongo la solita attenzione (quasi maniacale) alle pietanze che mi preparo, ma può dipendere solo da questo?

Qualche giorno fa, al mio rientro, ho cucinato un po’ di pasta fresca (circa 30 grammi) e l’ho condita con un po’ di piselli. Era tutto molto buono ma, come al solito, non sono riuscita a finire quello che avevo cucinato. Poi ho pensato di stendermi un po’ a letto, per vedere se la pesantezza post-pranzo sarebbe passata con un po’ di relax. Purtroppo mi è bastato assumere la posizione distesa per farmi iniziare i conati: in pochi istanti ho vomitato gran parte di ciò che avevo appena ingerito. Poi ho dormito profondamente per un paio di ore.
Non mi era mai successo prima. Forse avevo mangiato troppo in fretta? Non mi pare, ma nel dubbio il giorno successivo o fatto attenzione al rispetto delle “regole base”: mangiare lentamente, masticando molto e non bere durante il pasto. Tutto okkei, niente vomito. Ma… mi ha fatto compagnia un intero pomeriggio di diarrea!
No, così non va. Non capisco che succede. Non riesco più a mangiare “bene”, ho ripreso quasi totalmente la dieta alimentare del primo mese e, nonostante questo, lo stomaco fa male e la bilancia si è bloccata. Sì, pure questo.
Mi viene da piangere. Possibile che sia già tutto finito? Non ho voglia di tornare nel forum degli Amici Obesi per confrontarmi su questo aspetto, sto troppo male per sentirmi dire da chi non conosco “…stai tranquilla, vedrai che presto si sistema tutto…”. Lo so, l’ho già sentito che capita ogni tanto che il calo di peso si blocchi per qualche tempo, per poi riprendere. A me è già successo, ma dopo qualche giorno di immobilità, l’ago della bilancia è sempre tornato a scendere. Stavolta no.
Sono già passati quasi venti giorni e il mio peso è stabile. È vero, ho ricominciato ad andare in palestra e forse la ricostruzione muscolare contrasta calo del grasso corporeo (ma perché mai i muscoli devono pesare più del grasso, mi domando io?), ma c’è da aggiungere che ho ricominciato a mangiare poco, quindi perché non calo? E perché mi fa male lo stomaco? Sto impazzendo. Per fortuna, tra qualche giorno ho la solita visita dalla dietologa, chissà che mi aiuti lei.

Oggi ho l’appuntamento dalla dietologa. Mi peso appena sveglia (come sempre, in questi giorni) e la bilancia è impietosa: ventidue giorni, un chilo e mezzo perso. Sì, vabbè… c’è chi mi dirà “ma è meglio così, meglio una perdita lenta…”, ma a me questa storia non va giù. Sono stata operata quasi tre mesi fa e ho a malapena perso 15 chili. Come una persona normale che fa una dieta normale. Lo trovo tremendamente ingiusto! E poi, questo bruciore.

Sono arrivate le 16.00. La dottoressa Carla del reparto di Nutrizione Clinica dell’Ospedale di Treviso è sempre molto gentile con me. Mi chiede come va e ascolta.
«Prima di tutto vediamo il peso.», sentenzia. Io salgo sulla bilancia, già con gli occhi umidi, ma rimango di stucco. In questo momento il mio peso (vestita!) è inferiore a quello di stamattina (nuda!) di più di mezzo chilo. Quindi, a occhio e croce, nella giornata ho perso un altro chilo.
«Beh, signora. A me non sembra male. Un rallentamento del calo ponderale è normale, ma sta ancora dimagrendo. Mi preoccupa invece il suo bruciore di stomaco. Quale gastroprotettore usa? Magari possiamo provare a cambiarlo…».
«…gastroprotettore? Veramente, è quasi un mese che non lo prendo più…».
«E perché mai? Qui nella terapia farmacologica che le hanno dato alla dimissione dall’ospedale è chiaramente indicato di prendere una pastiglia al giorno.».
Leggo assieme a lei il foglio di dimissioni che mi era stato dato e di cui la dottoressa Carla ha una copia e scoppio in una risata liberatoria.
«Mi deve scusare, sono una stupida!».
La terapia post operatoria recita: due pastiglie di gastroprotettore per dieci giorni, poi una al giorno; iniezioni antitrombo per trenta giorni. Io, dopo trenta giorni, ho smesso di prendere tutto, mentre avrei dovuto sospendere solo le iniezioni!

Ho ripreso la terapia gastroprotettiva e il mio nuovo stomachino è tornato ad essere felice. Non fa più male e accetta ben volentieri i nuovi cibi che gli propongo. Anche la bilancia ha ricominciato a muoversi e, nel frattempo, è arrivato il Sabato 2 luglio: il giorno dei Grandi Saldi Estivi.
Ho dato appuntamento a Daniela, la mia amica, davanti all’ingresso del Centro Commerciale per uno shopping sfrenato e così è stato. Ho passato una splendida mattinata, provando capi di abbigliamento semplici, per l’estate che incombe, tutti scontati dal 30 al 50% e sono entrata in macchina con grandi borse contenenti magliette di ogni colore, jeans, costumi e reggiseni nuovi. Il tutto di due-tre taglie in meno del solito. Il mio umore è tornato alle stelle!

È lunedì 4 Luglio. In America si festeggia la Giornata dell’Indipendenza, ma anche qui, per me, è una giornata di festa: oggi sono passati tre mesi dal mio intervento e devo sottopormi alla visita di controllo programmato presso il reparto di Chirurgia dell’ospedale di Montebelluna.
Il chirurgo di turno oggi non è quello che mi ha operato e sono un po’ dispiaciuta: il “mio” è più simpatico e aperto, forse perché è più giovane, e ha sempre un bel sorriso. Questo invece ha un aspetto più serioso, i capelli brizzolati e a primo acchito mi fa sentire un po’ a disagio. Non riesco a scorgere nel suo volto alcun accenno di sorriso. Non mi sento “in confidenza” come con l’altro.
La visita inizia con la solita prima domanda “Come va?” e continua con molte altre. Passato un momento di iniziale tensione, devo ricredermi: a dispetto della prima impressione, anche questo medico è molto gentile e, soprattutto, è piacevole accorgermi dell’attenzione che pone alle mie risposte. Trascrive tutto sul computer, domande, risposte, impressioni mie e sue sul decorso post operatorio, suggerimenti per i mesi futuri. È visibilmente soddisfatto e si complimenta con me per l’attenzione che dimostro verso l’alimentazione e per il movimento fisico che faccio.
Alla fine mi consegna un foglio con l’esito della visita.
Esame obiettivo: calo ponderale di 17 kg, BMI attuale 33. Buono il calo ponderale. Pressione normalizzata. Controllo fra tre mesi.
Il terzo mese si è portato via tre chili. È stato emotivamente difficile, ma è passato e ce l’ho fatta. Adesso devo continuare così, cercando di non farmi prendere da inutili paranoie, godendo dei traguardi raggiunti sia in termini estetici (17 chili!!!) che fisici (funzionalità cardiaca e pressione rientrati nella norma), ma senza perdere di vista il mio obiettivo finale.
Che è realistico e concretamente raggiungibile, ha approvato il chirurgo. Sorridendo!

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